PORTO EMPEDOCLE

A partire dal primo gennaio 1853 la borgata del Molo viene separata dall’Amministrazione comunale di Girgenti divenendo Comune autonomo “Molo di Girgenti”, grazie a Ferdinando II della dinastia borbonica.

Dieci anni dopo, il 4 gennaio 1863, Vittorio Emanuele II di Savoia autorizzava il Comune del Molo di Girgenti ad assumere la denominazione di Porto Empedocle.

Il territorio in gran parte devoluto dal Comune di Girgenti, con gli ex-feudi Ciuccafa, Durrueli, Inficherna, Ragabo e parte di Fauma, con aggiunta la parte rivierasca che va dal torrente Cottone fino al Vallone S.Calogero, costituisce i limiti amministrativi del Comune di Porto Empedocle.

I suddetti luoghi portavano con sé storia, tradizioni, usanze che definivano l’identità storica del nuovo comune.

La toponomastica ricorrente è di riferimento arabo-normanno, in ricordo dei rahal – casali arabi (790 – 1250 d.C.) insediatisi su un percorso che si sviluppava su una direttrice viaria che collegava l’approdo della foce del fiume Salsetto con il feudo Fauma, all’interno del feudo Margidirami. Il feudo intorno ai primi del 1300, abbandonato dalla manodopera araba, rimane incolto e Giovanni Chiaramonte lo restituisce alla Chiesa Agrigentina ottenendo in cambio il castello del Musciaro.

Successivamente, pur rimanendo nella tradizione popolare il toponimo margi, il feudo viene smembrato tra i feudi Ciuccafa, Durrueli, Ragabo e Fauma.

Ad est del fiume Salsetto il feudo Inficherna, con una direttrice viaria che collegava il Porto con Girgenti.

Feudi dell’800