Il casale Fauma, anche se riportato anche come Facuma, è stato dalla conquista dei Normanni sempre della Chiesa Agrigentina. Le preesistente archeologiche al periodo arabo si riferiscono, così come per gli altri casali, ad un fiorente periodo romano con fattorie sparse nelle masse della Chiesa, ubicate tutte nelle vicinanze di sorgenti o pozzi (bir). Nella parte retrostante Monte Mele è presente una necropoli ad arcosolio del periodo bizantino, con abitato in prossimità dello Deli.
Il feudo è suddiviso tra i comuni di Porto Empedocle, Agrigento e Realmonte. Fino al settecento veniva lavorata la canna da zucchero, la toponomastica né dà pieno contributo: Cannameli e Fornazzo. La lavorazione dello zucchero, ben definita da Mons. Gregorio, prevede acqua fluente, e nella zona è presente una sorgente, manodopera per coltivare ed espiantare ogni tre anni, per raccogliere una volta l’anno la testa della canna; queste raccolte venivano trasportate per un percorso ancora esistente fino al “Fornazzo”, deve lo stesso doveva cuocere per circa sei mesi nel fornazzo, depauperando la foresta presente nelle zone limitrofe e nelle formazioni gessoso-solfifere. Presente anche un antica zubbia.