Ciuccafa
La tradizione storica, ed in particolare il Picone nelle sue “Memorie storiche agrigentine” segnala la presenza di un casale arabo detto Rahal Anil Ciuccafa, poi con i Normanni divenuto feudo Ciuccafa, che nel corso del tempo ingloba parte del preesistente feudo Margidirami.
Gli insedimenti di prima generazione della conquista araba nel nostro territorio si organizzano intorno ai primi del 900 d.C., creando uno sviluppo commerciale con l’Africa frontaliera esistente fin dai tempi dei Romani. In epoca tardo romana ed araba (900 – 1250 d.C.) esisteva un approdo naturale alla foce del fiume Salsetto con un percorso allora navigabile e con una strada che dall’approdo conduceva a Villa Ciuccafa per poi proseguire dentro il feudo Margidirami fino al feudo Fauma, con collegamenti con gli altri feudi Durrueli, Ragabo e Ciuccafa. Lungo il percorso iniziale sono presenti numerose grotte scavate nella marna che sono servite per ricovero animali.
Considerato che tutti i luoghi menzionati sono sorti nel periodo arabo su preesistenze romane, tardo-romane e bizantine, questa parte di territorio ha garantito per un millennio una florida attività agricola, servita da un buon approdo navigabile e di riparo delle imbarcazioni.
Il casale Rahal Anil Ciuccafa sorse nelle vicinanze di una sorgente (ayn, anil), mentre il toponimo ciuccafa individua il coccio di ceramica in qualsiasi forma esso sia; in pratica i primi abitanti arabi stabilitisi nella zona cercarono la sorgente dove esisteva una fattoria romana durata fino al 400 d.C. con numerosi resti di preesistenze romane, che chiamarono secondo il proprio dialetto probabilmente di radice berbera:ciuccafa.
Il casale scompare tra il 1025, anno in cui furono allontanati i berberi dalla Sicilia da altre etnie arabe al potere in quel momento, e la prima metà del 1200, con l’inizio delle rivolte.